La Focaccia di Recco IGP: diffidate delle imitazioni!
Chi non la conosce?
La Focaccia di Recco col formaggio è una focaccia sottilissima (non lievitata) ripiena di crescenza.
Ma è anche qualcosa di più.
Dietro a questi pochi e semplici ingredienti si racchiude una specialità gastronomica che si basa su un metodo di lavorazione certificato da un disciplinare ben preciso che la rende unica e autentica.
Un prodotto che racchiude in sé la storia e la tradizione di un territorio circoscritto; tre soli sono infatti i paesi liguri che possono produrla: Recco, Sori e Avegno.
Al di fuori di questa limitatissima zona lo stesso prodotto può essere definito, semplicemente, “focaccia al formaggio”.
E non facciano i furbi coloro che usano i termini “tipo Recco”, “metodo Recco” o altri vocaboli che potrebbero creare confusione nei confronti del consumatore.
La scorsa settimana ho vissuto un’esperienza dove ho avuto modo di conoscerla da vicino: una due giorni ospite del Consorzio della Focaccia di Recco col Formaggio IGP, che si compone di una rosa ristretta di ristoranti, aziende, panifici e asporto.
Vi svelo gli ingredienti della Focaccia di Recco
Non ho messo le mani in pasta, ma ho seguito passo passo la sua preparazione di base e le sue varianti: la classica con soltanto il formaggio alla versione tipo pizza… una più buona dell’altra.
Acqua e farina (in parte Manitoba e in parte farina 00) i suoi ingredienti principali, un pizzico di sale e un goccio di olio prima di infornarla.
L’impasto prevede soltanto un riposo di mezz’ora che consente all’impasto di diventare più elastico per la lavorazione.
E poi, con una tecnica che coinvolge gli avambracci di coloro che la preparano, viene allargata fino a diventare estremamente sottile.
Per la cottura in forno occorrono soltanto sette/otto minuti a circa trecento gradi per assaporare una vera delizia.
Ma dove si degusta la miglior Focaccia di Recco col formaggio IGP?
Io ho lascito il cuore a Recco, splendida cittadina di 10.000 abitanti che è stata bombardata ben ventisette volte, ma che ha avuto il coraggio di rialzarsi ogni volta e di trovare nella gastronomia la sua forza principale.
Oggi, infatti, su un numero così contenuto di abitanti si contano ben 3.000 coperti!
E’ al ristorante ô Vittorio di Recco, locale storico risalente al 1860, gestito dai gemelli Vittorio e Gianni Bisso dove ho debuttato nell’assaggio di questa specialità.
Vi confesso, però, che ho sempre pensato che si trattasse di un prodotto street food, ma in realtà non è così perché di fatto la si trova anche al ristorante.
ô Vittorio è una location fatta di storia, di ricordi dei due gestori (di una simpatia unica!), di passione per le tradizioni gastronomiche della loro zona.
Un luogo dove negli anni sono passati numerosi personaggi conosciuti e che, ancora oggi, è il punto di riferimento di coloro che amano la buona tavola.
Qui ho assaggiato la versione classica della focaccia, ma anche alcune gustose varianti, come quella con Palamita affumicata (da loro!) e pomodori confit ma anche la San Fruttuoso con pomodori e acciughe.
Si affiancano a queste preparazioni anche i piatti che appartengono alla tradizione ligure, come le trofie, i “mandillo de sea” (fazzoletto di seta), una pasta sottilissima che appena tuffata in acqua bollente deve essere ripescata immediatamente tanto è sottile; una specialità che viene condita con l’intramontabile pesto. Una squisitezza!
Per concludere un dolce speciale a base di crema di cachi.
Guardate le foto che seguono......
La Focacceria Pasticceria Revello: bontà in riva al mare!
Non poteva poi mancare la tappa alla Focacceria Pasticceria Revello, proprio fronte mare a Camogli. La famiglia, nel 1964, trasforma un semplice forno, con accesso su uno stretto “carrogino”, in quella che oggi è una delle più famose focaccerie della zona.
Anche qui la Focaccia di Recco la fa da padrona, ma io sono stata letteralmente conquistata anche dalla loro focaccia con pomodoro, acciughe e olive…. divina!
Il miglior ristorante di Sori? Sicuramente Al Boschetto
Terminiamo il tour con un pranzo al ristorante Al Boschetto di Sori.
Qui è la Signora Gina, di ben ottantotto anni, che attira la mia attenzione.
Una manualità mai vista nel produrre a raffica dei Pansoti ripieni di bietola e borragine che verranno poi conditi con la salsa di noci fatta a regola d’arte in un mortaio in pietra e pestello di legno.
Gesti lenti e continui per frantumare senza stress noci e pinoli, mentre l’aggiunta di mollica di pane e latte hanno reso cremosa questa salsa delicata.
Un piatto strepitoso per chi, come me, ama la pasta ripiena.
Notevole anche la torta di bietole a la panissa a base di farina di ceci: sfiziosi bocconi fritti in olio bollente da gustare uno via l’altro.
E per continuare con il fritto, anche le focaccette hanno fatto breccia nel mio pancino, così come la torta di bietole dal ripieno intrigante.
Tutte preparazioni che appartengono al territorio e a cui è difficile resistere.
Insomma, una due giorni all’insegna della buona tavola ligure, di un territorio che ha molto da raccontare, di paesaggi invernali che hanno il loro perché, e di scorci che scaldano il cuore.
Grazie a coloro che hanno organizzato in modo impeccabile, grazie perché sono stati giorni di arricchimento, un arricchimento che spero di poter trasmettere a tutti coloro che leggeranno.